Scheda 1318 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 1318 - Immacolata Concezione   Niepokalanów, 17 II 1941 1

Queste parole sono uscite dalla bocca dell'Immacolata stessa; perciò debbono indicare con la massima precisione e nel modo più essenziale chi Ella è.  
Se generalmente le parole umane non sono in grado di esprimere le realtà divine, anche nel nostro caso, quindi, il significato di queste parole deve essere molto più profondo, incomparabilmente più profondo, più bello e più sublime delle realtà che generalmente esprimono, o alla cui conoscenza la sola intelligenza, anche la più perspicace, potrebbero condurre.  [Il detto:] “Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore di uomo” [Is 64, 4; 1 Cor 2, 9], si può applicare in tutta la sua pienezza anche in questo caso.  Tuttavia, è possibile ed è perfino necessario - almeno entro i limiti nei quali la nostra intelligenza e le nostre parole sono in grado di farlo - pensare e parlare e scrivere e leggere sull'Immacolata.  Chi sei, o Immacolata Concezione?  Non Dio, poiché Egli non ha principio; non un angelo, creato direttamente dal nulla; non Adamo, plasmato con il fango della terra; non Eva, tratta da Adamo; e neppure il Verbo incarnato, il quale esisteva già dall'eternità ed è “concepito” piuttosto che “concezione”.  Prima della concezione i figli di Eva non esistevano, perciò possono meglio chiamarsi “concezione”, tuttavia Tu differisci anche da loro, poiché sono concezioni contaminate dal peccato originale, mentre Tu sei l'unica Concezione Immacolata.  Tutto ciò che esiste al di fuori di Dio, proprio per il fatto che proviene da Dio, totalmente e sotto ogni aspetto da Dio, porta in sé una somiglianza con il Creatore, e nel creato non esiste nulla che non rechi in sé una tale somiglianza, poiché tutto è effetto di questa prima causa.  La verità è che le parole che definiscono realtà create ci parlano delle perfezioni divine soltanto in modo imperfetto, limitato, analogico.  Sono un eco più o meno lontano degli attributi divini, come le svariate creature che esse definiscono.  Ma la concezione costituisce forse un'eccezione?  Non è possibile, poiché in questo campo non esistono eccezioni di sorta.  Il Padre genera il Figlio, mentre lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio.  In queste poche parole è racchiuso il mistero della vita della Santissima Trinità e di tutte le perfezioni esistenti nelle creature, le quali non sono altro che un eco diverso, un inno di lode in toni multicolori di questo primo bellissimo mistero.  Noi dobbiamo pur servirci delle parole tratte dal vocabolario delle creature, dato che non ne abbiamo altre, anche se dobbiamo ricordarci sempre che si tratta di parole assai imperfette.  Chi è il Padre?  Che cos'è ciò che costituisce il Suo essere?  La generazione, poiché Egli genera il Figlio, dall'eternità e per l'eternità genera sempre il Figlio.  Chi è il Figlio?  È colui che è generato, poiché sempre e dall'eternità è generato dal Padre.  E chi è lo Spirito? È il frutto dell'amore del Padre e del Figlio.  Frutto dell'amore creato è una concezione creata.  Pertanto, il frutto dell'amore, del prototipo di questo amore creato, non è niente altro che una concezione. Lo Spirito, perciò, è una concezione increata, eterna, è il prototipo di qualsiasi concezione di vita nell'universo.  Quindi, il Padre genera, il Figlio è generato, lo Spirito procede, e questa è la loro essenza, per la quale si distinguono l'uno dall'altro.  Li unifica, invece, la medesima natura. L'esistenza divina per essenza.  Lo Spirito, perciò, è una concezione santissima, infinitamente santa, immacolata.  Nell'universo noi incontriamo ovunque un'azione e una reazione uguale a tale azione, ma contraria, un'andata e un ritorno, un allontanamento e un avvicinamento, una divisione e una unificazione. La divisione, però, è sempre per l'unificazione, la quale è creativa.  Ciò non è altro che un'immagine della Santissima Trinità nell'attività delle creature. L'unificazione è amore, amore creativo. E non altrimenti procede l'attività di Dio al di fuori di se stesso: Dio crea l'universo e questa azione è in certo qual modo una separazione. Mediante la legge naturale ricevuta da Dio le creature, dal canto loro, si perfezionano, divengono simili a questo Dio, ritornano a Lui; le creature ragionevoli, poi, Lo amano coscientemente e si uniscono sempre più a Lui mediante tale amore, fanno ritorno verso di Lui.  Inoltre, la creatura totalmente piena di questo amore, di divinità è l'Immacolata, senza la benché minima macchia di peccato, Colei che non deviò mai in nessuna cosa dalla volontà divina.  
Ella è congiunta in modo ineffabile con lo Spirito Santo, per il fatto che è Sua Sposa, ma lo è in un senso incomparabilmente più perfetto di quello che tale termine può esprimere nelle creature.  Di quale genere è questa unione?  Essa è innanzi tutto interiore, è l'unione del Suo essere con l'essere dello Spirito Santo.  Lo Spirito Santo dimora in Lei, vive in Lei, e ciò dal primo istante della Sua esistenza, sempre e per l'eternità. In che cosa consiste questa vita dello Spirito Santo in Lei?  Egli stesso è amore in Lei, l'amore del Padre e del Figlio, l'amore con il quale Dio ama se stesso, l'amore di tutta la Santissima Trinità, l'amore fecondo, la concezione.  Nelle somiglianze create l'unione d'amore è la più stretta.  La sacra Scrittura afferma che saranno due in una sola carne [cf. Gen 2, 24] e Gesù sottolinea: “Così che non sono più due, ma una carne sola” [Mt 19, 6].  In un modo senza paragone più rigoroso, più interiore, più essenziale, lo Spirito Santo vive nell'anima dell'Immacolata, nel Suo essere e La feconda, e ciò fin dal primo istante della Sua esistenza per tutta la vita, ossia per sempre.  Questa Concezione Immacolata Increata concepisce immacolatamente nel grembo dell'anima di Lei [Maria] la vita divina, ossia la Sua Immacolata Concezione.  Pure il grembo verginale del corpo di Lei è riservato a Lui, che vi concepisce nel tempo - come tutto ciò che è materiale avviene nel tempo - anche la vita divina dell'Uomo-Dio.  E così il ritorno a Dio, la reazione uguale e contraria procede per la via inversa a quella della creazione.  Quanto alla creazione [tale cammino viene] dal Padre attraverso il Figlio e lo Spirito, mentre qui, per mezzo dello Spirito, il Figlio si incarna nel grembo di Lei e, attraverso Lui, l'amore ritorna al Padre.  Ella, poi, inserita nell'amore della Santissima Trinità, diviene fin dal primo istante dell'esistenza, per sempre, in eterno, il complemento della Santissima Trinità.  Nell'unione dello Spirito Santo con Lei, non solo l'amore congiunge questi due Esseri, ma il primo di essi è tutto l'amore della Santissima Trinità, mentre il secondo è tutto l'amore della creazione, e così in tale unione il cielo si congiunge con la terra, tutto il cielo con tutta la terra, tutto l'Amore Increato con tutto l'amore creato: è il vertice dell'amore.  A Lourdes, poi, l'Immacolata non si è autodefinita: “Concepita senza peccato”, ma, come racconta la stessa santa Bernardetta: “In quel momento la Signora stava ritta sopra il cespuglio di rose selvatiche nel medesimo atteggiamento in cui viene raffigurata nella medaglia miracolosa.  Alla mia terza domanda il Suo volto assunse un'espressione di gravità e nello stesso tempo di umiltà profonda... Congiungendo le palme delle mani come in preghiera, le sollevò fino all'altezza del petto... volse lo sguardo verso il cielo... quindi, allargando lentamente le mani e inchinandosi verso di me, disse con una voce, nella quale si poteva notare un leggero tremore: "Qué soy éra Immaculada Councepsiou" (Io sono l'Immacolata Concezione) ”. Se fra le creature una sposa riceve il nome dello sposo, per il fatto che appartiene a lui, si unisce a lui, si rende simile a lui e, in unione con lui, diviene fattore creativo di vita, quanto più il nome dello Spirito Santo, “Immacolata Concezione”, è il nome di Colei nella quale Egli vive di un amore che è fecondo in tutta l'economia soprannaturale.  

Nota 1318.1 Come è già stato detto (SK 1304, nota 1), questo scritto è stato dettato da p. Massimiliano a fr. Arnoldo W drowski la mattina del 17 II 1941, giorno in cui p. Massimiliano fu arrestato dalla Gestapo. Se si prescinde dalle lettere scritte dal carcere "Pawiak”di Varsavia (SK 955 -960) e dal campo di concentramento di Oswiecim (SK 961), questo è l'ultimo scritto di p. Massimiliano.  



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